martedì 4 aprile 2017

IL CEPPO DI NATALE di Vincenzo Pelagalli


In casa di nonno Livio, muratore, s’incominciava a pensare al Natale già dai primi di settembre, quando, dopo la festa di San Costanzo, arrivavano i carri con la legna per l’inverno; generalmente erano tre: due di legna grossa, che poi doveva essere spaccata, ed uno di sciappe, schiappe: schegge di legno, residui di grossolana squadratura di pezzi marini.
Tutta la famiglia s’impegnava nell’accatastarla: i grandi si occupavano di quella grossa e i piccoli, una schiera di cugini, delle sciappe; mentre la sistemavano al riparo, si sceglieva quella da bruciare a Natale e si accatastava a parte.
La scelta del ceppo avveniva nei giorni successivi ed era particolarmente laboriosa: nonno esaminava uno ad uno i probabili ceppi, lo sceglieva e non se ne parlava più.
Il fuoco che s’accendeva la sera della Vigilia assumeva un valore particolare. Nel camino, che era stato pulito il giorno prima per evitare che facesse qualche brutto scherzo, si bruciava la quantità di legna che normalmente si consumava in una settimana.
Nella mente di mio nonno quel fuoco doveva essere grande, durare tutta la notte, per riscaldare non solo quelli di casa, ma anche la Madonna e San Giuseppe, che in quella notte vanno in cerca di un riparo per far nascere il bambino, e, dopo il Gloria della Natività, il Bambinello appena nato.
Per questo la preparazione e l’accensione erano qualcosa che nonno riservava a sé: egli eseguiva, in silenzio o parlando a bassa voce, le necessità, come stesse celebrando un rito solenne.
Per lui era un rito solenne, perché era lui il padrone di casa che, preparando accuratamente con le sue mani, ed accendendo quel fuoco, invitava la Sacra Famiglia a sostare davanti a quel camino, a riscaldarsi a quel fuoco ed a benedire tutti quelli di casa.
Mentre il fuoco prendeva vita, nonno, quando pensava che nessuno lo vedesse, frettolosamente si segnava, ma tutti sapevano che era commosso. Nonna, allora, gli chiedeva: «Liviù, che si fatte?» e lui: «Nnammarì, è Natale» e andava a prendere posto a tavola per il cenone, mentre, per un attimo, il suo pensiero ed il suo cuore erano lontani.

 

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