venerdì 14 luglio 2017

LA MIA SCUOLA ELEMENTARE di Camillo Marino

La sede delle scuole elementari, all’inizio degli anni Cinquanta (XX secolo), era situata in un edificio dell’ICIAP. Per la generazione di scolari della mia età si poteva ritenere buona fortuna “vivere” l’anno scolastico in una casa popolare. Le pubbliche autorità, alle prese con la difficile opera di ricostruzione del dopoguerra, cercavano di risolvere, come potevano, gli innumerevoli e gravosi problemi della gente. Frequentavo la scuola elementare ubicata nel centro storico, nella via principale del paese.  Oggi quell’edificio è ancora lì occupato da alcune famiglie. Molti ricordi sono ancora bene impressi nella mia mente: il primo maestro, la prima bacchettata, il primo rimprovero, l’apprensione dei miei genitori per la mia irrequietezza.
Vedo gli scolari di oggi frequentare l’attuale edificio delle scuole elementari, costruito in modo razionale, concepito a ricevere una numerosa popolazione scolastica e, soprattutto, al passo coi tempi, munito di riscaldamento centralizzato, aule ampie e luminose, servizi igienici adeguati, moderna palestra, spazioso cortile.
La “nostra” scuola non era dotata di tali servizi. Aule strette ospitavano classi con un numero elevato di alunni. Il riscaldamento consisteva in un piccolo braciere o in una modesta stufa a legna, non certo sufficienti a soddisfare le nostre esigenze.
Un ricordo molto vivo nella mia memoria è quello relativo ai momenti che trascorrevamo al mattino prima dell’inizio delle lezioni. Ci radunavamo nel piccolo cortile della scuola e praticavamo un gioco, la guerra francese, che gli scolari di oggi nemmeno conoscono. Due squadre formate da alcuni elementi si fronteggiavano in una sfida che consisteva nel rincorrersi e nel non cadere prigionieri degli avversari, godendo della difesa dei componenti della propria squadra.
Altri giochi molto praticati erano quelli con le palline di vetro o quello delle figurine dei calciatori, miti di allora: Ghiggia, Schiaffino, Boniperti, Nhordall, e fra i ciclisti: Coppi, Bartali, Magni, Koblet, Bobet. Il gioco con vere monete, detto della “reta”, raramente veniva praticato in ambito scolastico…
Oggi tutto è cambiato. I giovani entrano nei bar per dare vita ad una partita elettronica con i video games in linea coi tempi che viviamo.

 
 

Nessun commento:

Posta un commento