sabato 29 aprile 2017

NOTIZIARIO CAMPAGNOLO di Paolo Secondini

Il vecchio Beppe Merollo se ne stava seduto, per gran parte del giorno in estate, all’ombra d’una quercia secolare, a breve distanza dal suo casolare di campagna e al margine d’una stradina bianca e polverosa.
A una svolta di questa, in pieno sole, di tanto in tanto appariva un uomo o una donna che, a piedi o in bicicletta, tornava da Aquino. Beppe, allora, si toglieva la pipa di bocca e, col suo roco vocione, proferiva un cordiale “buongiorno!”, oppure, con gesto vistoso della mano, faceva segno al passante di avvicinarsi.
Conoscevano tutti il Merollo, come pure il suo desiderio morboso di avere notizie, più che altro pettegolezzi, del paese.
Ognuno si fermava – non sempre però di buon grado – per poter ragguagliare il vecchio delle voci che circolavano ad Aquino, oppure di un fatto, più o meno eclatante, che vi fosse accaduto di recente. E parlava, parlava, parlava, stimolato dai vari: “che altro si dice?”, “cos’altro è successo?”, “e poi?”, “quel tale che fa?”, “e quell’altro?”… parlava come un contrito fedele al suo confessore, finché non aveva più niente da dire.
Solo allora, salutato il Merollo, riprendeva il cammino verso casa.
Insomma, ascoltando nell’arco della giornata notizie, quasi sempre le stesse, dai vari passanti, succedeva che Beppe – che mai s’allontanava dal suo casolare – alla fine fosse informato di un fatto, accaduto ad Aquino, meglio di chi glielo aveva riferito. Succedeva altresì che il medesimo fatto egli lo raccontasse, con dovizia di particolari – parecchi inventati da lui – ad altri contadini i quali, non avendo né tempo né voglia di recarsi in paese, trovavano comodo e semplice fare due passi fino al casolare del Merollo, per ascoltare da questi le ultime notizie e i personali commenti.
Pertanto, si poteva ben dire, in quell’angolo della campagna aquinate, che Beppe, pur sedendo dalla mattina alla sera, come un re sul trono, sotto le fronde ombrose della quercia secolare, fosse sempre a conoscenza di quanto accadesse o si dicesse in paese, al punto di “saper” più notizie, lui, di un vero notiziario.

 

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