C’è uno dei d’Aquino, Tommaso, conte di
Acerra, omonimo di colui il quale sarebbe poi diventato “il più santo fra i
dotti, il più dotto fra i santi”, altrimenti noto come l’Aquinate, il quale, nel
contesto dell’espansione dei possedimenti di famiglia fino in Puglia convolò a
giuste nozze con una nobile di nome Margherita il cui casato prendeva il titolo
da Ugento.
Questo collegamento fra Aquino ed Ugento, emerso
all’incirca quattro anni or sono, quando mons. Gerardo Antonazzo, già vicario
di quella di Ugento-Santa Maria di Leuca, prese possesso della nostra diocesi,
al di là dell’aspetto prettamente religioso costituì l’occasione per mettere in
evidenza antichi e poco conosciuti legami fra due realtà territoriali che,
seppur distanti tra loro in termini di spazio, hanno tuttavia un comun
denominatore nell’antica e potente famiglia che da Aquino prende il nome e che
ebbe un ruolo significativo nell’Italia centro meridionale al tempo in cui essa
fu in auge.
Emerge, in questo contesto, la figura di Ottolina,
la famosa prozia di San Tommaso che, tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo,
insieme a Maria dell’Isola, avrebbe voluto la costruzione ad Aquino della
chiesa dedicata alla Madonna della Libera.
Ma perché? Perché proprio Ottolina, o
Oddolina, come scrive qualcuno, sarebbe la madre del nostro Tommaso, conte di
Acerra, il quale, oltretutto, e sarebbe un altro motivo di cui andare
orgogliosi, a detta di padre Angelo Walz o.p. (Luoghi di San Tommaso, p. 24),
potrebbe essere stato addirittura il padrino del futuro Santo dal momento che,
quando l’Aquinate venne battezzato, pare fosse “l’esponente maggiore dei d’Aquino
d’allora”.
Districarsi nel ginepraio di nomi che
costituiscono l’albero genealogico della famiglia dei conti Aquinati è impresa
non facile. Possiamo tuttavia affermare che il Tommaso cui ci riferiamo era
figlio, oltre che della già ricordata Ottolina, di uno dei tanti Adenolfo, per
l’esattezza Adenolfo “de Albeto” (Alvito), ed era dunque nipote di Landolfo,
anche lui “de Albeto”, che tenne dapprima in servitio i feudi di Alvito, Campoli Appennino e la quarta parte di Aquino e fu
poi feudatario in capite dei feudi di
Settefrati e dell’ottava parte di Aquino.
Nato presumibilmente intorno al 1185, Tommaso
conte di Acerra fu una figura di rilievo dell’entourage di Federico II di Svevia con il quale era
entrato in contatto sin dal 18 marzo 1212 quando lo aveva accolto a Gaeta durante
il viaggio del giovane Hohenstaufen verso la Germania.
Diversi anni dopo, in occasione
dell’incoronazione romana di Federico, il 22 novembre 1220, Tommaso venne
investito della contea di Acerra, che era già appartenuta alla sua famiglia, nonché
dei feudi di Montella e di Nusco; quindi, il 1o gennaio 1221 subentra
a Landolfo “de Albeto” nella carica di capitano e maestro giustiziere di Terra
di Lavoro e di “Apulia”: l’occasione, se si vuole, per incontrare Margherita e farla sua sposa.
Sempre piuttosto vicino all’imperatore, fu fra coloro
che condussero le trattative culminate con la cosiddetta pace di San Germano (20 luglio 1230, secondo alcune fonti, 23 luglio 1230, secondo altre) fra Federico II di Svevia e papa Gregorio IX,
pace poi poi perfezionata a Ceprano il successivo 28 agosto, con lo scioglimento di
Federico II dalla scomunica.
Quanto al
matrimonio fra Tommaso, che fra l’altro fu anche Capitano
Generale del Regno di Sicilia, e Margherita, però, non tutti sono convinti che le cose siano andate
proprio così come le si è raccontate.
Padre Angelo Walz, ad esempio, ritiene che a prendere in sposa
Margherita sarebbe stato non Tommaso I ma un suo nipote, pure lui chiamato Tommaso
(II). E la stessa cosa scrive Agostino Toso (Thomas de Aquino, p. 24).
Di diversa opinione, e dunque in linea con l’ipotesi
più accreditata, cioè quella secondo la quale fu Tommaso I a prendere in moglie
“Margherita di Ogento” sono il prof. Francesco Scandone (Per la controversia sul luogo di
nascita di S. Tommaso d’Aquino, p. 28) ed il prof. Errico
Cuozzo autore di una biografia di Tommaso I per l’Enciclopedia
fridericiana, un’opera tematica interamente incentrata sulla
figura e la vicenda storica di Federico II di Svevia e del suo ambiente,
edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Comunque siano andate le cose, sembra non ci
siano dubbi sul fatto che un matrimonio ci sia stato fra un signore della
stirpe dei d’Aquino ed una nobildonna di Ugento la quale, aspetto non di
secondaria importanza, sarebbe stata la figlia naturale di Federico II e dunque
sorella di re Manfredi.
Prendendo comunque per buona l’ipotesi dell’unione
fra Tommaso I conte di Acerra e Margherita, è doveroso precisare che dalla
coppia nacquero almeno tre figli: Adenolfo III, capitano
generale delle truppe imperiali in Lombardia, che prese in moglie Gubitosa di
Laurito (contessa di Loreto), Landolfo, che possedeva feudi in Terra
d’Otranto e Gubitosa che si fece monaca.
Tommaso, conte di Acerra, morì il 27 febbraio
1251.
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